25° di sacerdozio_Preghiera finale di Mons. Giovanni Mammino

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Acireale, Basilica Cattedrale, sabato 14 settembre 2019

«O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Salmo 145).

Con queste parole desidero innalzare un inno di lode a te, Signore mio Dio, per i doni del tuo amore. Sento il dovere di celebrare il dono, la bellezza e il destino di questa fugace esistenza. Contemplo la vita come dono, mistero, storia d’amore, e faccio memoria di questo mirabile intreccio di vita e di vite. Guardo con ammirazione a quel primitivo intreccio di vita del quale sono frutto, quello dei miei familiari, a cui devo i primi rudimenti di vita e di amore. Tu, grande tessitore, hai preparato l’ordito e la trama per intrecciare la mia ad altre vite, facendo muovere i miei primi passi di vita e di fede in compagnia di gente semplice e umile, i fedeli della comunità di Cosentini. In quella comunità, attraverso la catechesi e i sacramenti di iniziazione cristiana, mi hai inserito nel mistero della pienezza della vita in Cristo. Quella comunità, sotto la guida di un giovane e zelante parroco, mi ha educato ad essere discepolo di Gesù e a riconoscere Maria come madre. Le tue parole mi vennero incontro ed io ho imparato a gustarle. Mi hai fatto provare la gioia di stare con te, nel fascino della bellezza divina, e mi hai chiamato a rendere la mia vita dono d’amore nel sacerdozio ministeriale. Nel dono e mistero della mia vocazione e del mio ministero avverto ancora oggi la presenza di persone che hanno pregato e offerto la loro vita per me, per i sacerdoti, per la Chiesa e la salvezza del mondo.

Ti lodo, Signore, per il susseguirsi di intrecci di vite con diversi sacerdoti che hanno curato la mia formazione. Molti di essi vivono la pienezza della vita in Cristo. Li sento ancora vicini a me con i loro insegnamenti ed esempi di amore grande a Dio e alla Chiesa. Ed ancora altri sacerdoti mi hai dato la grazia di conoscere ed apprezzare, sacerdoti poi divenuti confratelli. Grazie, o Signore della Vita, perché, dopo cinque anni di sacerdozio, mi hai dato la grande gioia di vedere Giovanni, mio cugino e figlioccio di Cresima, diventare confratello nel presbiterato.

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