6° Vescovo (1932 – 1964)
S.E. Rev.ma Mons. Salvatore Russo
Assistente al Soglio Pontificio
Motto: Caritas omnia sustinet
1885 – 2 gennaio Nato a Catania
1907 – 21 dicembre Ordinato Sacerdote
1932 – 11 agosto Eletto Vescovo di Acireale da Pio XI
1932 – 23 ottobre Consacrato Vescovo a Catania
1932 – 1 dicembre Possesso canonico per procura
1932 – 4 dicembre Ingresso solenne in Diocesi
1946 – 15 ottobre Nominato Assistente al Soglio Pontificio da Pio XII
1962 – 11 ottobre Presente a Roma per la sessione di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II
1964 – 8 aprile Data della morte – Riposa in pace nella Basilica Cattedrale di Acireale
Storia
Mons. Russo fu un uomo di ampia cultura, “una cultura sottesa da una duplice ansia di profondità e di aggiornamento”.
Nelle ampie sale del vescovado di Acireale sono esposti otto ritratti dei Vescovi che in centocinquant’anni si sono susseguiti alla guida della Diocesi.
Mons. Russo è stato dipinto seduto, con un libro in mano e il volto meditabondo. E’ l’espressione che più gli si addice.
Diventa difficile immaginare il vescovo Russo lontano dai libri e con la penna accantonata al margine della scrivania, perché i libri e la penna furono i suoi amici prediletti. Leggere e scrivere erano per lui un’esigenza insopprimibile. In biblioteca o seduto al tavolo da studio ci stava con grande godimento spirituale. Morì in una stanzetta della Città del fanciullo, piena di scaffali di libri; morì tra i libri, alcuni mesi dopo che il Presidente della Repubblica gli aveva attribuito la medaglia d’oro di 1° grado al merito della Cultura.
Egli volle dare con i suoi scritti una risposta all’uomo contemporaneo, su diversi problemi alla luce del Vangelo. Ciò appare soprattutto negli scritti di sociologia, alcuni dei quali tradotti da riviste spagnole e francesi nelle rispettive lingue. In una Lettera Pastorale, Mons. Russo scrisse: “II dovere di comunicare agli altri la verità che ci salva, presuppone il dovere di studiarla e di meditarla per conto proprio, fino a farne la sostanza del nostro pensiero e la luce della nostra vita”.
Il compito del catechista è proprio quello di comunicare agli altri la verità che ci salva. Gesù Cristo. Mons. Russo perciò fu catechista dal suo tavolo di studio.
Il Vescovo ogni anno, all’inizio della Quaresima, scriveva una Lettera Pastorale. In trentadue anni di episcopato indirizzò alla comunità ecclesiale acese 33 Lettere.
In queste Lettere “il pensiero e la sua anima trovano stupenda espressione. Esse sono tante e di varia mole, tutte ricche di dottrina, di luce di spiritualità, di profondi sentimenti umani”. Il tema della catechesi è presente in quasi tutte le Lettere: dalla prima che traccia il programma dell’episcopato all’ultima, nella quale si parla di educazione alla fede e di apostolato della Parola. Diversi fattori spiegano questa insistenza: innanzitutto la convinzione personale basata sulla Scrittura; inoltre l’insistenza di Mons. Russo era dovuta pare alle continue sollecitazioni che provenivano dalla Santa Sede e anche dalle periodiche conferenze dell’episcopato siculo.
Infine Mons. Russo pensava che un’accurata istruzione religiosa potesse riparare i fedeli dai duri colpi degli errori del neo paganesimo e del laicismo.