Domenica 17 novembre p. v. si celebrerà la III Giornata Mondiale dei Poveri dal titolo «La speranza dei poveri non sarà mai delusa» (Sal 9,19).
Di seguito la lettera del direttore della Caritas diocesana don Orazio Tornabene
“Ogni giorno alle vecchie povertà si assommano delle nuove: famiglie che lasciano la propria città per cercare lavoro altrove; giovani demotivati alla ricerca di una realizzazione esistenziale in un contesto di politiche economiche miopi; vittime umiliate nel loro intimo da tante forme di violenza, anche psicologiche, subite tra le mura domestiche e/o lavorative; vittime della droga e della ludopatia; senzatetto ed emarginati che vagano nelle nostre città. Quale speranza il Signore può dare a questi suoi figli più piccoli, con i quali Gesù non ha avuto paura di identificarsi (cfr. Mt 25,40)? Il Papa ha voluto questa giornata con l’intento di dare inizio ad un cammino di conversione personale e comunitaria per non sfuggire allo sguardo del povero. Inoltre, siamo certi, che questa giornata può essere di stimolo per intraprendere nuovamente un cammino per conformare mente e cuore alla Parola di Dio e alla sua Volontà (cfr. Rm 12,1-2).
Non neghiamo che ancora nelle nostre comunità serpeggia il pregiudizio che definisce il povero un semplice fannullone che cerca la via facile o qualcuno che mi vuol togliere qualcosa. Ma se ragioniamo così pronunciamo su di lui una condanna, non concedendogli l’opportunità di esprimere il suo disagio. Invece, seguendo gli insegnamenti del Maestro, siamo chiamati a vedere questi piccoli come la pecorella smarrita della parabola, di cui dovremmo andare alla ricerca. Egli è, come lo definisce la Scrittura ed in modo particolare il Salmo 9, un uomo fiducioso, che confida nel Signore, perché sa che Dio agisce in suo favore. Insomma, nelle pagine della Bibbia e della storia, un povero non troverà mai Dio indifferente, ma, purtroppo, rischia di trovare fratelli impegnati a fare altro e che non vedono coloro che soffrono dinanzi alla propria porta di casa (cfr. Lc 16,19-31).
«Gesù, che ha inaugurato il suo Regno ponendo i poveri al centro, vuole dirci proprio questo: Lui lo ha inaugurato, ma ha affidato a noi, suoi discepoli, il compito di portarlo avanti, con la responsabilità di dare speranza ai poveri. È necessario, soprattutto in un periodo come il nostro, rianimare la speranza e restituire fiducia. È un programma che la comunità cristiana non può sottovalutare. Ne va della credibilità del nostro annuncio e della testimonianza dei cristiani» (Messaggio per la III Giornata Mondiale dei Poveri, n.5).
Pertanto, seguendo le indicazioni che il Papa rivolge nel messaggio, che allego alla presente, ma anche alla luce delle indicazioni pastorali che il nostro Vescovo ci ha consegnato, vi invito a vivere un momento di verifica comunitaria in cui fermarsi e prendere coscienza per leggere la realtà dove si vive. L’alienazione, nel campo delle povertà, è un rischio a cui, inconsapevolmente, possiamo andare incontro. Forse questo tempo di verifica potrebbe apparire sterile, ma è importante. Oltre alla verifica occorre fermarsi dinanzi a Gesù Eucaristia per capire se la strada che si sta perseguendo è quella giusta. Il vero discernimento, quello propizio, lo si fa sono alla luce di Cristo e della Sua Parola. Anche per la carità vale lo stesso: è necessario fermarsi per capire se stiamo portando Cristo ai piccoli e agli esclusi, che non significa portare solo parole nostre, bensì, portare Gesù prendendosi cura dei fratelli che il Signore ci ha affidati. È opportuno che le comunità, nella settimana precedente la Giornata, si impegnino a creare momenti di preghiera come ci ricorda il Sal 9: «Loderò il Signore con tutto il cuore e annunzierò tutte le tue meraviglie» (v.2), momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto per quanti soffrono, tutto questo potrà culminare nella celebrazione Eucaristica di domenica 17 novembre.
La carità è un esercizio che non si può demandare ad altri. Ogni battezzato è un operatore della carità in virtù del Battesimo ricevuto”.
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