“Non accontentavi di un pareggio mediocre ma tendete a dare il meglio di voi stessi” sono state le parole di Papa Francesco nell’anniversario per i 70 anni del Centro Sportivo Italiano lo scorso 2014.
Il documento “Dare il meglio di sé” sulla prospettiva cristiana dello sport e della persona umana del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita della S.Sede prende spunto dalle parole del Santo Padre. Con il convegno su Sport, Fede ed Etica il Centro Sportivo Italiano con il presidente Salvo Raffa nei locali del Credito Valtellinese di Acireale ha voluto dare vita ad una serata ricca di riflessioni per formare le nuove generazioni di ragazzi.
Il giornalista Gaetano Rizzo, moderatore della serata, inizialmente dà la parola a don Salvatore Cubito, consulente regionale del CSI, che ha introdotto così i lavori:
“Attraverso lo Sport la Chiesa può veicolare messaggi e valori alti. Lo sport è luogo per educare alla legalità, sussidiarietà e per camminare insieme. Abbiamo l’obbligo etico – morale di essere, attraverso lo sport, presenza attenta nella vita quotidiana.”
Continua don Alessio Albertini, consulente nazionale del CSI: “ Lo Sport crea relazioni umane vere. Nello sport non conta solo vincere perchè se così fosse, allora, qualsiasi strada che porti alla vittoria diventerebbe lecita. Se l’unica cosa importante nello sport fosse vincere, non ci sarebbe spazio per chi perde. Lo Sport accoglie, unisce, insegna il sacrificio, la fatica e spinge a migliorarsi; chi fa sport deve dare il meglio di sè”.
Presente anche Sandro Morgana, vice presidente della Lega Nazionale Dilettanti :”Il ruolo dell’allenatore è fondamentale. Egli è un educatore che deve essere prima di tutto testimone dei valori quali la legalità, la trasparenza e l’etica. Importante è anche comprendere i concetti di vittoria e di sconfitta. Vincere non è autocelebrazione e quando si perde non si deve cadere nello sconforto e non si devono fare drammi. Lo sport deve trasmettere un messaggio di grande forza etica“.
Infine l’intervento del Vescovo S.E. mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, delegato allo Sport per la C.E.SI. e vice presidente della C.E.I.:
“Il più forte ha il sopravvento sul più debole, di darwiniana memoria. L’animale usa indiscriminatamente la forza soprattutto per sottomettere l’altro, l’uomo invece deve comprendere il senso dell’impiego della propria forza per dare uno scopo a ciò che fa. L’etica traccia le linee del bene e del male. Lo sport quindi deve porre le condizioni e le regole all’uomo per vivere nel bene. Se noi rinunciassimo ad annunciare il Vangelo in questo snodo di forze che si contendono il bene ed il male, noi disumanizzeremmo l’uomo, cioè rinunceremmo a far diventare gli altri sempre più umani. La forza esiste per essere espressa, impiegata e mostrata. Anche nella sconfitta la forza ci aiuta a non abbatterci. Il Vangelo è il senso della nostra forza.”
Prima di concludere il convegno Gianluca Cannavò, presidente dell’Acireale Calcio, presenta il modello Acireale:
“Nella società di calcio che io rappresento per volere dei tifosi ,il rispetto delle regole è il nostro punto di forza. Lo sport è un fenomeno sociale ed è segno di appartenenza. Ognuno deve fare la propria parte con responsabilità. La società dell’Acireale vuole essere modello di etica, di coinvolgimento e di democrazia partecipata”.
don Arturo Grasso
Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali