COMMENTO AL VANGELO / Giovedì Santo – Messa in Coena Domini

17 aprile 2025

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“Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.” (Gv 13,1)

Commento di Don Orazio Tornabene

Liturgia del giorno – Giovedì 17 aprile 2025 – Giovedì Santo



Questa sera la liturgia ci introduce nel grande triduo pasquale. E lo fa in punta di piedi, nel silenzio e nell’intimità di una stanza al piano superiore: il Cenacolo.

Qui Gesù si consegna, non impone la sua grandezza, ma si fa piccolo e serve. Questa sera nascono tre doni immensi: l’Eucaristia, il Sacerdozio e il comandamento nuovo dell’amore.
Nel pane spezzato e nel vino versato, Gesù anticipa il dono della croce.

“Questo è il mio corpo per voi… questo è il mio sangue versato per voi.”

In un gesto povero, quotidiano, si fa cibo, si fa presenza. Ci mostra che l’amore vero si lascia mangiare, si consuma per gli altri. Fate questo in memoria di me.

Il memoriale, l’attualizzazione della morte e risurrezione che nel pane e nel vino sono specificate hanno bisogno di mani e voce che perpetuano l’unico ed efficace sacrificio. Il sacerdozio che istituisce Gesù nel cenacolo è per perpetuare il sacramento di salvezza che sfama e nutre il popolo in cammino.

Poi si alza da tavola, si cinge con l’asciugamano, lava i piedi ai discepoli. La conseguenza del pane spezzato è mettersi a servizio, anche di chi potrebbe tradire. Anche di Pietro che lo rinnegherà.
Perché l’amore di Dio non seleziona, non si ritira, non si stanca. È un amore fino alla fine. Fino all’ultimo soffio. Questa sera, il Maestro ci lascia un’eredità viva:

“Vi ho dato l’esempio, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.”

Non basta celebrare l’Eucaristia. Bisogna viverla. Ogni volta che spezzettiamo il nostro tempo, che ci chiniamo sui piedi sporchi dell’umanità, che amiamo “fino alla fine”, lì celebriamo il vero culto gradito a Dio.

Fratelli e sorelle, entriamo in questo mistero con gratitudine e stupore.
Il Dio che ci ama è in ginocchio davanti a noi.

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16 Aprile 2025
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