La leggenda del mantello e il suo valore nella cultura contadina
Articolo di Federica Leonardi
L’11 novembre, ormai trascorso da una settimana, segna una ricorrenza significativa per credenti e non in tutta la Sicilia: la festa di San Martino.
Nonostante le celebrazioni si siano concluse proprio in questi giorni, l’autunno continua a regalare alle campagne isolane gli ultimi raggi di un sole tiepido e gentile, anche se nell’ultimo periodo variazioni atmosferiche imprevedibili, con alternanza di piogge intense e schiarite improvvisate, hanno mostrato la mutevolezza di questa stagione.
San Martino, che divise il suo mantello da soldato per riscaldare un povero viandante infreddolito, è infatti da sempre una figura molto importante nella tradizione contadina e raffigura sentimenti di cordialità e condivisione.
Per i contadini di un tempo questa data era molto attesa, perché rappresentava la fine del duro lavoro dei campi e si celebrava con l’immancabile assaggio del vino novello, momenti di balli e convivialità.
Da questa usanza nasce proprio il famoso proverbio “A San Martino si spilla la botte e si assaggia il vino”.
MA COSA RIMANE DI QUESTE TRADIZIONI AI GIORNI NOSTRI?
Chi crede che queste tradizioni si siano perse con l’avvento dell’industrializzazione è assolutamente nel torto!
Infatti molte cantine organizzano proprio in questi periodi degustazioni di vino novello, spesso accompagnato da prelibatezze della zona come caldarroste, formaggi e salumi, con il chiaro scopo di richiamare le usanze di antiche tradizioni.
E voi che ricordo conservate di questa ricorrenza?