articolo di Federica Leonardi
Incontriamo il signor Turi Badalà in un tiepido pomeriggio di metà ottobre, presso la sede della sua Associazione Teatrale – la “Caf – Cultura, Arte &Folklore” di Aci Catena – un luogo vibrante e colorato, adornato da locandine variopinte e ricco di importanti premi. L’atmosfera è carica di creatività, con il profumo della carta e delle vernici che si mescola all’energia degli artisti che lavorano nei vari spazi. Ogni angolo racconta una storia, dai manifesti di spettacoli passati alle fotografie di eventi che hanno segnato la vita della comunità teatrale.
Il signor Badalà, con un sorriso accogliente, ci invita a prendere posto tra i suoi tesori artistici. Con la luce morbida del pomeriggio che filtra dalle finestre inizia la nostra chiacchierata, un viaggio attraverso la passione, le sfide e le speranze che caratterizzano il mondo del teatro in Sicilia.
Signor Turi quando e come è nata la sua passione per il teatro?
La mia passione per il teatro è sbocciata grazie al cinema. Sin da giovane ero affascinato dai film, e questo amore per la settima arte si è trasformato in un’opportunità concreta. Nel maggio del 1954, quando avevo 14 anni, ho fatto il mio debutto recitando per “l’Azione Cattolica”. La prima commedia in cui ho preso parte è stata “Il tesoro della Feliciuzza”, scritta da monsignore Pennisi.
Questo momento ha segnato l’inizio di un viaggio artistico che lo ha condotto a esplorare con fervore il mondo del teatro, avviando una carriera costellata di emozioni, sfide e successi indimenticabili.
Negli anni ’70, ho fondato la mia prima compagnia teatrale, chiamata “Giovanni Grasso”. Questa esperienza è stata fondamentale per la mia crescita artistica.
Nel 1987, la compagnia si è evoluta e ha assunto il nome di “Caf – Cultura, Arte e Folklore”, riflettendo così il nostro impegno a promuovere una fusione di cultura, arte e tradizione filodrammatica.
C’è qualche ricordo che vuole condividere con noi?
Nel maggio del 1986, la morte di mia sorella mi ha colpito profondamente, portandomi a perdere ogni motivazione. Tuttavia, è stata mia madre a convincermi a non abbandonare il teatro. Così, con il suo incoraggiamento, ho deciso di riprendere in mano la mia vita e ho iniziato una tournée che ha segnato una nuova fase del mio percorso artistico.
C’è qualche collaborazione con qualche collega attore che ci vuole raccontare?
Conservo un bellissimo ricordo del collega Carmelo R. Cannavò e della sua straordinaria interpretazione nel ruolo di “Liolà”. Inoltre, nutro una grande amicizia con l’attore Enrico Guarneri, noto nel panorama del teatro siciliano per la sua iconica interpretazione di Litterio. Questi legami professionali e personali hanno arricchito la mia esperienza nel mondo del teatro.
C’è qualche premio/riconoscimento che le va di ricordare?
Ho ricevuto diversi premi nel corso della mia carriera, ma quello che custodisco nel cuore è la targa ricevuta a Milo due anni fa. Si tratta del premio “Angelo Musco” per “l’Amore per il teatro”, un riconoscimento che rappresenta per me una vera e propria celebrazione della mia passione per questa arte.
Tra i suoi vari spettacoli e personaggi interpretati uno che è rimasto particolarmente nel suo cuore c’è?
In 70 anni di carriera teatrale ho recitato in ben 110 commedie, dando vita a una moltitudine di personaggi. Ogni ruolo ha lasciato un segno profondo nella mia vita, arricchendo la mia esperienza artistica e personale.
Sicuramente, i ruoli che porto nel cuore e per cui sono maggiormente riconosciuto sono quelli in “Fiat Voluntus Dei”, “Gatta ci cova” e “Miseria e nobiltà”. Queste opere hanno segnato momenti significativi della mia carriera e sono legate a ricordi indimenticabili.
Ultima domanda, quali progetti ha in questo momento in cantiere?
Mio fratello ha scritto una commedia intitolata “Vita e passione di Gesù” nel 1986. Dieci anni fa, ho avuto il privilegio di interpretarla e vorrei riproporla nuovamente. Dopo questo progetto, continuerò con la mia consueta tournée teatrale, portando il teatro nelle diverse comunità.
Ho un solo dispiacere: i giovani sembrano essere sempre meno attratti dal teatro. Il mio obiettivo è quello di stimolare il loro interesse e coinvolgerli in questa forma d’arte, cercando di far riscoprire la bellezza e il potere del teatro. È una missione che mi sta a cuore e che intendo perseguire con passione.
E noi gli auguriamo di riuscire a coinvolgere sempre più giovani nel mondo della recitazione, affinché possano scoprire la magia del teatro e tutte le emozioni che può offrire.