Prolusione Università Cattolica Sacro Cuore | Milano, 7 Marzo 2018

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La tensione intergenerazionale, punto critico nel rapporto tra i giovani e la chiesa
Le fonti e gli studi sull’universo giovanile negli ultimi anni si sono moltiplicati per ragioni diverse e con scopi diversi. In ambito cattolico italiano l’incremento è dovuto all’attenzione di alcune istituzioni, fra le quali ricordo questa Università Cattolica e l’Istituto Toniolo con l’Osservatorio Giovani e il Rapporto Giovani, ma anche le annuali edizioni del Rapporto di Caritas Italiana, per non dire più specificamente delle indagini che altre istituzioni universitarie o collegate agli apparati statali hanno condotto, soprattutto per far luce su specifici campi socio-economici. Inoltre, per quel che riguarda più da vicino la nostra tematica, alcune indagini sulla religiosità italiana hanno riservato un’attenzione al settore giovanile del campione esaminato. Come inoltre si poteva attendere, l’indizione di un Sinodo dei Vescovi sui giovani e la pubblicazione del Documento preparatorio I giovani, la fede e il discernimento vocazionale producono tanti interventi, creando un vivace dibattito, a mio parere necessario e alquanto proficuo per la chiesa e per la società. Anche noi prendiamo l’abbrivo dall’iniziativa del Sinodo, per offrire un piccolo approfondimento teologico scegliendo di sceverare uno dei punti critici più radicali, che sono stati rilevati, cioè il rapporto tra le generazioni, dal quale dipende il tema del discernimento vocazionale. Il Documento preparatorio, per altro, tra le domande specifiche indirizzate alle diocesi europee pone la seguente: «A quali livelli il rapporto intergenerazionale funziona ancora? E come riattivarlo laddove non funziona?».

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