“La nascita della Chiesa in noi e attorno a noi”
Agape, Koinonia ed Elezione sono stati al centro delle giornate di spiritualità vissute dal clero acese. I sacerdoti, insieme al vescovo mons. Antonino Raspanti, si sono ritrovati a Mascalucia nella Casa dei Padri Passionisti per svolgere gli Esercizi Spirituali dettati da mons. Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia. I giorni dal 20 al 24 novembre 2023 sono stati tempo di grazia per rinsaldare il dialogo con Dio.
Il tema della riflessione “La nascita della Chiesa in noi e attorno a noi” ha guidato i presbiteri presenti verso la consapevolezza che gli uomini rendono visibile l’amore di Dio che ricevono come dono. La Chiesa è il Corpo di Cristo e Casa di Dio che nasce dalla Trinità; essa, che nasce a Nazaret e a Betlemme nel silenzio e nel nascondimento, è la Trinità nel tempo.
L’uomo è segno concreto dell’amore di Dio, quindi la creazione è l’identità di Dio ed il suo manifestarsi nella comunione trinitaria è sigillo della presenza eterna divina e DNA dell’essere uomo. Da qui sorge la sinodalità, che significa essere partecipi del Corpo Mistico di Cristo e della sua missione.
Amore e Comunione sono, oggi, termini logorati sul campo sentimentale e sociale, ma la vita cristiana presuppone la convocazione ad una comunità che si riunisce attorno all’Eucarestia che è insieme agape, dono e unità nella molteplicità dei carismi. Dio è amore che si dona e lascia libero ognuno di noi di corrispondere al suo amore.
Inizia così la relazione con Dio, che nonostante la fragilità dell’uomo, sceglie le persone con il metodo dell’elezione, proprio come Egli ha agito con i profeti, gli apostoli e soprattutto con la Vergine Maria nel mistero dell’Annunciazione.
Dio privilegia i poveri e chiede difatti di lasciare tutto per godere di Lui e rinascere in Lui, come Nicodemo. I poveri nella loro piccolezza sono il “nulla abitato da Dio”: più si è poveri e maggiormente si è aderenti al disegno divino. Maria, per tale motivo, è lo strumento principale dell’incarnazione del Figlio e della redenzione.
Gli uomini sono stati voluti per compiere il disegno del Padre ed in questa scelta c’è l’incontro nella libertà e nell’obbedienza. Dio ha prediletto Maria perché aveva bisogno di un sì irrevocabile e totale, nuovo e definitivo, che tutto permette. In ogni elezione c’è la richiesta della totalità e Maria, accettando l'”enigmaticità” di Dio, dà tutta la sua disponibilità al disegno di salvezza.
Il genere umano è come Maria, oggetto di un amore eterno, che nella gratuità entra nella relazione della Trinità, dove il Padre ed il Figlio si fanno dono nello Spirito Santo. Dio ha una “generatività positiva”, chiama tutti alla stessa vocazione che poi si declina nelle specifiche vocazioni.
Dal rapporto con Dio, infatti, nasce lo stupore dell’esserci che aiuta ad entrare nel mistero della vita. L’esistenza non è un algoritmo e non esige calcoli. Oggi l’uomo si sente smarrito perché ha perso Dio, la bellezza dell’incontro con Lui e la speranza. Dio, infatti, è amore che genera amore e non concepisce quello narcisistico.
L’immaturità dell’amore, lo raccontano i fatti di cronaca, ha origine dalla ferita di non sentirsi amati. Da qui scaturisce, purtroppo, la pretesa di essere amati e quindi del possedere l’altro che non è più altro da me ma deve essere come voglio io. Il narcisismo è la “protesi” della propria individualità ed è l‘allungamento dell’io umano.
E’ importante comprendere, invece, che la persona che si ha accanto è sacramento di Cristo che offre l’esperienza di essere amati e di amare. Il Cristianesimo, difatti, è il “trionfo dei sensi” che sono i “mezzi di comunicazione” della Buona Notizia. All’uomo è richiesto il passaggio dall’intellettualismo dell’amore alla gratitudine di essere stato scelto dall’Amore.
Incoraggiati dal vescovo Raspanti, i sacerdoti, quindi, hanno risposto con rinnovato entusiasmo all’invito a rileggere la propria vita. La meditazione, la preghiera comunitaria e personale, l’adorazione eucaristica e la Santa Messa hanno scandito il tempo degli Esercizi, esperienza di silenzio e ascolto di Dio e di se stessi.
L’uomo ed in particolare il presbitero rispondono alla volontà “universalistica” di Dio, singolarmente e non individualmente, per partecipare alla comunità ecclesiale. Da Maria, umile e beata, si può imparare chi è Dio e chi è l’uomo, il quale è invitato a lodare la grandezza del Padre, come nel “Magnificat”.
Il predicatore, infine, ha invitato i sacerdoti ad entrare nella Casa di Betania ed incontrare Lazzaro, l’amico di Gesù, per richiedere il dono dell’amicizia. La presenza di un amico aiuta a crescere e a tralasciare ciò che fa regredire.
L’amicizia, che non si basa sulla condivisione di interessi particolari, fa sentire la vicinanza di Dio attraverso le “voci” del mondo. Gli amici veri aiutano a camminare verso il Padre, a portare la Croce nella Missione della Chiesa e ad abitare nella “comunionalità” trinitaria. L’amicizia è “un fiore che nasce sul trono di Dio”, è “perenne primavera” e “antidoto alla solitudine”; è gioire che l’altro esista perché aiuta l’uomo a guardare in profondità le cose e a rivedere se stessi.