IL VESCOVO ANTONINO RASPANTI IN COLLEGAMENTO CON I MAGGIORI ESPONENTI DELLE ISTITUIZIONI CIVILI E RELIGIOSE.
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Martedì 16 febbraio 2021 dalle ore 10.30 alle ore 12.30 si terrà un webinar, attraverso la piattaforma digitale zoom, dal tema “Il ruolo della fede nella ricostruzione socio-culturale postpandemica”. Tanti gli ospiti che parteciperanno all’evento, una giornata di incontri e approfondimento. Di seguto il programma completo.
- Programma
10:30 Saluti istituzionali
On. Nello Musumeci Presidente della Regione Siciliana
Dott. Francesco Sammaritano Segretario Generale del COPPEM
Dott. Abdellah Redouane Segretario Generale Grande Moschea di Roma
S.E. Oren David Ambasciatore dello Stato di Israele presso la Santa Sede
Dott. Adly Hussein Vicepresidente COPPEM
10:55 Interventi programmati
Rabbino Capo David Rosen KSG CBE Direttore Internazionale degli Affari Interreligiosi, AJC
S.E. Mons Ambrogio Spreafico Presidente della commissione per il dialogo interreligioso e interculturale della CEI
Imam Dott. Nader Akkad Grande Moschea di Roma
Sig. Oded Wiener già Direttore Generale del Gran Rabbinato di Israele, Coordinatore del Comitato del Gran Rabbinato di Israele per il Dialogo con le religioni del mondo
S.E. Mons. Antonino Raspanti Vescovo di Acireale, vicepresidente nazionale della CEI e membro del Consiglio Pontificio per la cultura
Imam Ahmad Macaluso Imam di Palermo, Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS)
Modera: prof. Anna Pia Viola Docente di Filosofia Teoretica alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia
La pandemia che ha colpito la quasi totalità del nostro pianeta, ha inevitabilmente mutato i nostri comportamenti e le nostre relazioni. Ciò ha delineato scenari nuovi e possibili sfide future.
In alcuni paesi occidentali, per mesi anche i luoghi di culto sono rimasti chiusi, affidando al web la diffusione dei riti.
Questa esperienza della momentanea limitazione dei diritti di libertà religiosa può avere un impatto durevole nel nostro futuro modo di intendere il rito e il rapporto con la Deità.
Tanto più che in un mondo postpandemico, si comincia già a delineare una programmazione politica volta a rendere il distanziamento durevole, sia nel lavoro che nelle istituzioni scolastiche. È lecito, dunque, chiedersi quale sfida specifica questa nuova realtà ponga ai tradizionali comportamenti religiosi.
La tensione, già da tempo in atto, a una religione individualista, basata sul rapporto individuale con Dio troverà un terreno fertile nel potente impatto con il virtuale di cui sono stati protagonisti, per alcuni mesi, i soggetti privati di pratica religiosa? La diversa importanza del rito nelle varie religioni è stata accentuata o ridimensionata dalla crisi recente?
A fronte di questi interrogativi e queste sfide, è pur vero che la pandemia, scarmigliando l’assetto sociale cui eravamo abituati, apre spazi che spetta agli esseri umani riempire e che possono essere colti come opportunità inedite.
Così al rischio di un più accentuato individualismo, certamente assecondato dall’isolamento attuale, fa da contrappeso il desidero di essere comunità e la rinnovata consapevolezza dell’interrelazione imprescindibile tra gli esseri umani.
La fine dell’emergenza virale può coincidere quindi con una fase di ricostruzione, un’occasione per recuperare l’aspetto comunitario, relazionale e interdipendente che l’individualismo esasperato aveva adombrato.
Le religioni monoteiste possono così svolgere, in questo futuro periodo, un ruolo cruciale, non solo per se stesse e per i proprio fedeli, ma anche per stimolare l’ecumenismo e il dialogo interreligioso sulla scena politica e sociale, per ripensare i rapporti fra le religioni e i modelli attuali di convivenza e di civiltà, forse perfino immaginare il mondo come comunità di comunità.