La Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani dal 18 al 25 gennaio
Don Gabriele Patanè,
Direttore Ufficio per la Pastorale dell’ecumenismo, del dialogo interreligioso e dei nuovi culti
La riflessione che quest’anno è stata approntata, RIMANETE NEL MIO AMORE E PORTERETE MOLTO FRUTTO, è segnata dall’emergenza pandemica che ha colpito il nostro pianeta e che ha rimesso in discussione le nostre abitudini e i ritmi delle nostre giornate con limitazioni, ristrettezze e tanti accorgimenti al fine di impedire la diffusione del virus.
I testi che le comunità cristiane quest’anno adopereranno per la preghiera sono stati approntati dalla Comunità monastica di Grandchamp che ha avuto origine negli anni ’30 del secolo scorso e di tradizione riformata della Svizzera di lingua francese. Si tratta della prima comunità monastica nelle Chiese della Riforma che, anche oggi, accoglie donne che hanno riscoperto l’importanza del silenzio nell’ascolto della Parola di Dio, sul modello di Cristo che si ritirava spesso da solo a pregare. Le suore, sin dall’inizio, patirono la divisione dei cristiani, per cui compresero l’importanza del lavoro ecumenico che, da allora, divenne un impegno significativo nella vita della comunità stessa. Le suore ci ricordano che ogni battezzato, di qualsiasi confessione cristiana sia, è chiamato ad essere una persona in comunione.
Come possiamo essere in comunione se prima non impariamo ad accettare le nostre differenze? Le differenze sono contemporaneamente un dono e una sfida: un dono perché ci arricchiscono vicendevolmente ma anche una sfida per conservare, nel nostro piccolo, l’unità attraverso l’esercizio costante del perdono reciproco e l’impegno nella riconciliazione. La fonte è l’incontro personale con Cristo. Più ci avviciniamo a lui e più ci ritroveremo vicini tra di noi. Ecco perché l’icona biblica scelta è quella di Gv 15,5-9: Rimanente nel mio amore: produrrete molto frutto.
Quest’anno, a motivo dell’emergenza sanitaria e della difficoltà per gli spostamenti da comune a comune, abbiamo pensato di non tenere il consueto momento di preghiera comunitario presso la chiesa parrocchiale di S. Paolo. Ma questo non ci impedisce di valorizzare questo momento nelle nostre comunità e, in modo particolare, sui social, strumenti che si sono rivelati particolarmente validi in questo periodo di distanziamento sociale.
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