Don Orazio Tornabene, direttore della Caritas diocesana
Domenica 15 novembre si terrà la IV Giornata Mondiale dei Poveri dal titolo Tendi la tua mano al povero (cfr. Sir 7,32). Stiamo vivendo tempi incerti in cui la pandemia ha accentuato il distanziamento personale, ma già da tempo assistevamo ad un distanziamento spirituale.
Da questi rapporti fluidi non viene risparmiato nemmeno Dio. Da una parte la pandemia ha evidenziato una certa impassibilità di alcuni nei confronti di chi vive condizioni sfavorevoli. La distanza sociale alle volte è stata considerata come pretesto per prendere le distanze da chi scomoda il nostro quieto vivere. Però non è bene drammatizzare il tutto. Infatti, dall’altra parte, la pandemia ha messo in evidenza il grande cuore di molte donne e uomini di buona volontà, che non si sono risparmiati ad andare incontro ai fragili (cfr. 1Cor 12, 26).
Proprio per questo il Papa ci invita a riflettere sul tema del tendere la mano verso l’altro. Forse, la sfida di oggi è uscire dalle paure che ci ingabbiano, intraprendendo la via della prossimità quale strada eloquente per vivere il Vangelo. D’altronde, Cristo, il Dio-con-noi, ci ha insegnato questo linguaggio: amare è questione di vicinanza. La via della prossimità, è la strada che i santi di ieri hanno percorso e che anche oggi ritorna attuale. Tutto ha inizio da un cammino spirituale che, in seguito, si esprimerà concretamente nel prendersi cura dell’altro. Questo è il cammino della Chiesa: da Cristo a Cristo con i fratelli. Gesù nella sua incarnazione si è rivelato come volto misericordioso del Padre e come mano sempre tesa all’uomo di ogni tempo: mani spalancate sulla croce a perenne abbraccio di amore infinito. La crisi di oggi trova radice in una frammentazione antropologica, che si manifesta in una crisi della persona, i cui effetti incidono inevitabilmente sulla vita sociale. Dunque la carità si pone come l’attualizzazione di un nuovo inizio segnato dalla speranza e dalla fede. Gli esperti ci invitato a lavarci le mani per evitare di essere contagiati e di contagiare, ma dopo averle lavate tendiamole ai fratelli. Non possiamo lavarci le mani della nostra responsabilità nei confronti dei poveri, degli anziani, dei disoccupati, dei rifugiati, dei senzatetto, di tutte le persone, del Creato e delle generazioni future.
Pertanto, seguendo le indicazioni che il Papa rivolge nel messaggio vi invito:
- A fare una seria riflessione, parrocchiale e cittadina, non a partire dalle percezioni ma a partire da un ascolto vero della realtà. Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca: come vivere la pastorale liturgica, catechetica e caritativa fondata sul comandamento dell’amore.
- a compiere opere concrete di sensibilizzazione, all’insegna del risveglio di una vera e propria spiritualità dell’amore, capace di stimolare i credenti a reagire nella carità alla cultura dell’indifferenza, facendosi più attenti alle realtà del proprio territorio, intessendo relazioni tra i vari attori sociali per trovare soluzioni congrue alle problematiche. Da qualsiasi crisi si esce insieme.
- Le Conferenze centrali delle Società San Vincenzo de’ Paoli di Acireale e Randazzo, nelle chiese parrocchiali dove esercitano il loro servizio, si impegneranno ad allestire l’altare dei poveri dove verrà posizionata una cesta per raccogliere beni di prima necessità e una cassetta per offerte in denaro per sovvenire hai bisogni dei più fragili. In modo particolare ad Acireale, nella chiesa di san Rocco, si allestirà l’altare dei poveri da domenica 8 p.v. a domenica 15 p.v., e presso la sede centrale, della Società San Vincenzo de’ Paoli di Acireale, in viale regina Margherita un punto di raccolta beni alimentari di prima necessità. Il nuovo dpcm ha collocato la nostra regione nella zona arancione, in cui molte attività dovranno rimodulare il personale in servizio, vi invito a prepararvi a dar risposta a quanti non lavorando potranno chiedere aiuto anche e non solo alimentare.
- Le comunità si impegnino a creare momenti di preghiera per rinsaldare la relazione con Dio e per aprire il cuore ai fratelli, affinché quelle mani tese al Signore possano diventare strumenti di carità e benedizione concreta ai poveri.