Mons. Raspanti:”Le comodità della vita moderna ci distraggono dalla vita dello spirito”
articolo di Rossella Greco
Da quasi tre secoli si trova incastonato nella verde collina, che dalle pendici dell’Etna dolcemente arriva fino alla costa ionica: l’Eremo di Sant’Anna è stata la location per il ritiro comunitario dettato dal vescovo mons. Antonino Raspanti, in occasione della prima domenica d’ Avvento.
Luogo di pace e serenità, ricco di storia e cultura, l’Eremo è il posto giusto per farsi avvolgere dall’amore di Dio, quel sentimento che poi si manifesta tra gli uomini, per questo, da sempre scelto da coppie di sposi per giurarsi unione eterna davanti a Dio, da qualche tempo prediletto anche da coppie straniere.
Un tempo abitato da frati eremiti, che svolgevano vita comunitaria, lavorativa e contemplativa, oggi dimora delle suore dell’ordine Carmelitano. Sueli, Isabel, Elisandra, Nivia, Odete, Sìntia ed i sacerdoti don Giuseppe e don Enzo sono loro ad accogliere il Vescovo e i fedeli, facendo dono di grande ospitalità.
E’ un testo antologico sulla vita da eremita di S. Antonio Abate, scritta da Atanasio di Alessandria detto il Grande, a fare da spunto per la riflessione, nella giornata di ieri.
Antonio nacque in una famiglia egiziana di origini nobili, fu educato secondo la dottrina cristiana, a soli venti anni restò orfano e ben presto sentì di dover seguire l’esortazione evangelica: “Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri”. Così distribuì tutti i beni ai bisognosi, lasciandone solo una parte per la sorella, che affidò alle cure di una comunità femminile, iniziando a vivere una vita ascetica in solitudine, dedicandosi con zelo e perseveranza alla preghiera , all’amore per il prossimo, alla lettura delle Scritture, all’osservanza della generosità e della mitezza. Era amato da tutti.
Ma questo percorso iniziato, fu sempre turbato da continue lotte contro il demonio, che era invidioso dei buoni propositi di vita adottati dal giovane.
“E’ impensabile che al giorno d’oggi si possa intraprendere un cammino simile a quello di Antonio – queste le parole del vescovo Raspanti – le distrazioni della vita moderna, ci sono comode per fuggire dall’affrontare la vera battaglia dell’esistenza. Una vita – conclude il vescovo – che ci porta a curare sempre di più il corpo, e a togliere allo spirito”.
L’invito quindi è quello di camminare nella via delle virtù, allontanare il pericolo di assuefarsi ad una condizione di povertà spirituale e di incidere un cambiamento nella nostra vita, guidati solo dallo Spirito Santo.