
Il vescovo Raspanti: “Verso una Chiesa più comunitaria e corresponsabile”
Pubblichiamo il testo integrale di ”restituzione”, frutto dell’impegno degli organismi di partecipazione e di diverse altre realtà diocesane
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Si è conclusa in questi giorni la tappa diocesana della Fase profetica del Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Acireale contribuirà con alcune scelte, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al Popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio.

Il vescovo Antonino Raspanti, nella chiesa Santi Cosma e Damiano di Acireale, unitamente al referente diocesano don Vittorio Rocca e all’équipe, ha consegnato ai fedeli, mercoledì 26 marzo, la Sintesi della fase profetica diocesana e ha dichiarato: “Verso una Chiesa più partecipativa, dove la comunità è protagonista e responsabile insieme”.

Nel novembre 2024, il Consiglio Pastorale e il Consiglio Presbiterale, sotto la guida del vescovo, hanno identificato quattro ambiti fondamentali di riflessione per il cammino ecclesiale: comunicazione e cultura digitale, qualità celebrativa e formazione liturgica, formazione sinodale e comunitaria, e corresponsabilità dei laici nei ministeri. Il processo di discernimento ha coinvolto anche il clero, la Consulta delle Aggregazioni Ecclesiali e la Scuola Diocesana di Corresponsabilità.
Principali proposte emerse:
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Comunicazione e digitale: valorizzare le risorse esistenti come l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni e le associazioni culturali; formare animatori della comunicazione per educare i giovani alla presenza cristiana nel digitale; utilizzare le arti (musica, teatro, arti visive) come strumenti di evangelizzazione.
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Liturgia e partecipazione: creare gruppi liturgici parrocchiali per favorire una partecipazione più ampia, formare sia i laici che i presbiteri, e rendere le celebrazioni più accessibili con un linguaggio semplice e interazione durante l’omelia.
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Formazione sinodale e comunitaria: promuovere percorsi di formazione permanente attraverso scuole itineranti e incontri vicariali; coinvolgere i giovani e gli adulti nella formazione per creare nuovi animatori pastorali; ripensare la devozione popolare come strumento di evangelizzazione.
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Ministeri laicali: aumentare il coinvolgimento dei laici nella gestione delle parrocchie, riducendo l’accentramento sui sacerdoti, e creare percorsi di accompagnamento per malati e persone in lutto.
La nuova Scuola Diocesana di Corresponsabilità è emersa come un modello prezioso di formazione, facilitando il dialogo tra preti e laici e favorendo il discernimento comunitario. Nonostante i progressi, sono emerse resistenze dovute a rigidità, clericalismo e scarsa sinergia tra i vari soggetti ecclesiali.
Per il futuro, è fondamentale maturare tre atteggiamenti decisivi: guardare lontano, per una visione profetica della Chiesa; parlare con franchezza, per favorire un dialogo autentico; e agire con fermezza, per rendere concreti gli impegni assunti.
Questi elementi sono essenziali per un rinnovamento autentico e per garantire che il cammino sinodale porti a una Chiesa più comunitaria e corresponsabile.
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APPROFONDIMENTO
Il cammino sinodale della Chiesa italiana si è già articolato in due fasi:
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Fase di ascolto (2021-2023) – Coinvolgimento capillare di diocesi, parrocchie, associazioni e movimenti tramite i gruppi sinodali per raccogliere le istanze del popolo di Dio.
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Fase sapienziale (2023-2024) – Analisi e discernimento dei contributi emersi, con il coinvolgimento di vescovi, operatori pastorali e istituzioni accademiche.
Si conclude con la fase profetica che rappresenta il culmine del cammino sinodale e si svolge quest’anno in occasione del Giubileo. In questo momento decisivo, la Chiesa italiana è chiamata a trarre le conclusioni del percorso sinodale, individuando scelte concrete per rinnovare la propria missione.
L’obiettivo è rendere l’annuncio del Vangelo più snello, evangelico e umile, in linea con l’invito di Papa Francesco.
La grande assemblea nazionale che si svolgerà dal 31 marzo al 4 aprile 2025, dopo l’incontro dello scorso novembre, sarà l’occasione per delineare un rinnovato stile pastorale, capace di dialogare con il mondo contemporaneo e di attrarre piuttosto che imporre.
Una volta elaborato il testo finale, le diocesi saranno chiamate a recepire e attuare le indicazioni emerse, concretizzando così il cammino condiviso in questi cinque anni.
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