Il presule acese: “Preghiamo per nuove vocazioni: chiamati ad essere pastori coraggiosi”
Il messaggio del vescovo Raspanti, in occasione della Pentecoste per la giornata di preghiera a favore delle vocazioni sacerdotali, quest’anno domenica 19 maggio, invita alla riflessione sulla presenza attiva dello Spirito Santo nella vita cristiana e incoraggia a rispondere alla chiamata del Signore con cuore aperto.
Il vescovo sottolinea nella sua lettera dal tema “Lo Spirito è armonia”, inoltre, l’importanza della conversione interiore come fondamento per la pace e la concordia. La solennità di Pentecoste è un momento per meditare su questi principi, specialmente nella Giornata pro-Seminario, chiedendo sostegno e preghiera per nuove vocazioni e pastori coraggiosi per la missione dell’evangelizzazione.
La comunità del Seminario vescovile di Acireale, guidato da mons. Giovanni Mammino, coadiuvato da don Raffaele Stagnitta, vicerettore, don Gaetano Pappalardo, direttore spirituale, e da don Roberto Fucile, economo, conta attualmente undici giovani in preparazione al sacerdozio ministeriale.
IL MESSAGGIO DEL VESCOVO ANTONINO RASPANTI
Carissimi Fratelli e Sorelle,
nonostante i venti di guerra che spirano con fare sempre più minaccioso, giunge verso di noi il soffio di un vento diverso, impetuoso e al tempo stesso leggero. È il soffio dello Spirito Santo che non smette di spingerci a vivere secondo la carità di Cristo, ricordandoci le sue parole (Gv 14,26). Questa azione permanente del Paraclito immette nel cuore dell’uomo la speranza del cambiamento, non solo come possibilità di conversione delle situazioni personali e delle dinamiche sociali, ma anche come certezza che la storia è condotta da Dio verso un fine di salvezza. Ciò non avviene come qualcosa che accade lasciandoci passivi, ma richiede la reazione pronta di una vita orientata alla presenza del Signore che viene.
La nostra esistenza, infatti, trova piena realizzazione in questo movimento di chiamata e risposta che intercetta la verità insita nel cuore di ognuno. L’esperienza chiara che Agostino d’Ippona fece rileggendo la propria vita, ci riporta a considerare che il cuore umano vive un’inquietudine che non si arresta fin tanto che si incontra con Colui che lo ha creato (cf. Le confessioni 1.1). Qui si trova pace, si trova riposo. Proprio in questi tempi ci accorgiamo quanto gli umani tentativi di pace e di riconciliazione risultino insufficienti, mentre emerge con più chiarezza che una vera concordia sarà possibile anzitutto se parte dalla conversione del cuore. Rispondere all’azione dello Spirito significa riceverne ciò che il cuore desidera e ciò di cui ha bisogno. È noto il passo dell’apostolo Paolo che troviamo nella Lettera ai Galati: «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). Tali frutti si possono raccogliere, riprendendo l’insegnamento dell’Apostolo, avendo scelto nella fede di lasciarsi guidare non dalla carne ma dallo Spirito, riconoscendo che qui sta la verità e la bellezza: «contro queste cose non c’è legge» (Gal 5,23).
La solennità di Pentecoste ci è utile per tornare a meditare su questi aspetti fondamentali della vita cristiana, che è vita di risposta all’amore di Dio che ci chiama, e particolarmente per la nostra chiesa diocesana che celebra in questa festa la Giornata pro-Seminario. Avere a cuore la comunità del Seminario è riverbero della speranza e segno di gratitudine al Signore, perché continui a benedirci con il dono di nuove vocazioni alla vita presbiterale e di speciale consacrazione. Avvertiamo il bisogno di pastori che possano affrontare con coraggio e generosità le attuali frontiere dell’evangelizzazione, e che sappiano usare nuovi linguaggi per l’annuncio del Vangelo, saldi in quella fede che gli Apostoli, ricolmi dello Spirito, testimoniarono con la predicazione. Non manchi, dunque, il sostegno e la preghiera di tutti.
+ Antonino Raspanti