Acireale, Catania e Caltagirone: “E’ una svolta nella vita delle Chiese che sono in Sicilia”
Articolo di Chiara Costanzo
Martedì 20 Febbraio, presso il Centro Studi “Gerlando M. Genuardi” di Santa Maria Ammalati (Acireale), è stato inaugurato l’anno giudiziario 2024 del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Etneo.
Il tribunale interdiocesano raccoglie nei suoi uffici la provincia ecclesiastica di Catania, comprendente l’Arcidiocesi di Catania, la Diocesi di Acireale e la Diocesi di Caltagirone.
La cerimonia, aperta dalla recita dell’ora media ed il saluto da parte di mons. A. Raspanti, vescovo di Acireale, mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania e don Salvatore De Pasquale, vicario generale di Caltagirone, si è svolta alla presenza di numerosi convenuti.
Nei saluti iniziali il vescovo Raspanti così si è rivolto all’assemblea: “Creare un tribunale interdiocesano è prima di tutto una scelta di fraternità tra le Diocesi. Non bisogna trascurare l’importanza di questo tribunale, che esercita un ruolo fondamentale nella società cristiana. E’ essenziale accorciare i tempi del giudizio perchè i fedeli possano avere l’opportunità di riavvicinarsi alla Chiesa e ai sacramenti. E’ una scelta spesso dolorosa quella della separazione tra coniugi, bisogna essere però consapevoli del ruolo che ricopre il tribunale anche nel restituire serenità a coloro che ricorrono a questa scelta. Riscopriamo il valore della benedizione nuziale. Attraverso questa preghiera, il sacerdote invoca la benedizione di Dio sopra gli sposi, affinché custodiscano integra la loro fedeltà, rimangano nella volontà e nella pace di Dio e vivano sempre nel reciproco amore”.
Il vescovo Renna ha poi continuato: “Il Tribunale interdiocesano etneo è una svolta nella vita delle Chiese che sono in Sicilia. E’ stata fatta questa scelta per stare vicino soprattutto alle coppie che desiderano fare chiarezza sul loro matrimonio e portare a termine un riconoscimento di nullità se ci sono le condizioni. I vescovi ed i parroci sono invitati ad essere prossimi alla gente, non solo nella fase in cui c’è da decidere o da giudicare, ma in particolare in una fase, oserei dire, preventiva. Ill matrimonio è un sacramento nel quale si celebra l’amore in Cristo”.
A seguire la relazione del vicario giudiziale Mons. Legname, che ha rendicondato sull’attività svolta nell’anno conclusosi consegnando dati e considerazioni agli uditori.
S.E. Mons. Andrea Ripa, segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica ha dato voce alla prolusione, affrontando il tema “Cause di nullità e carità pastorale. Il ruolo del Parroco e del Vescovo secondo il m.p. Mitis Iudex“.
Nella sua lectio magistralis il ruolo fondamentale di parroco e vescovo nel raccogliere gli elementi che portano a considerare il matrimonio fallito. “Riconoscere prima di tutto che il matrimonio è irrimediabilmente naufragato è il primo passo per innescare il procedimento che porta alla nullità. Quello del parroco, in particolar modo, è un ministero di ascolto ed accoglienza, di prossimità verso coloro che hanno domande e dubbi. Per questo il sacerdote in primis gioca un ruolo fondamentale, in quanto è chiamato al discernimento per orientare i coniugi. Pertanto deve essere presente una consapevolezza da parte dello stesso per riconoscere i caratteri che permettono l’annullamento”.
I sacramenti sono i fondamenti della Chiesa, realtà della dottrina che non possono essere svalutati né sviliti. Al tribunale Ecclesiastico è affidata la dimensione giuridica del sacramento del matrimonio. Esso deve dare il suo apporto pastorale nel momento in cui si crea un contenzioso da redimere. Tutto questo deve però avvenire alla luce del Vangelo nella fedeltà verso i suoi insegnamenti.