Il 4 ottobre 1995 a Capriate, 28 anni fa, Germana lasciava questo mondo; lei ha dato vita all’Istituto Secolare delle Missionarie degli Infermi Cristo Speranza. Nasce a Cagliari il 25 maggio 1914.
Ad Acireale la presenza silenziosa delle missionarie è da oltre 50 anni.
Articolo di Chiara Costanzo
Del dono della sua vita Germana Sommaruga ne fa una bandiera di speranza. Cagliaritana di nascita la donna porta in sè tutte le qualità della sua terra aspra, selvaggia ed anche ospitale e coraggiosa. Come tutte le donne nate su un’isola scorre anche nel sangue della giovane Germana l’importanza di assistere chi ha bisogno, focalizzando la sua attenzione non tanto sull’individualismo quanto sul farsi forza l’un l’altro.
In principio la sua idea nasce da una personale predisposizione e quando diciassettenne le viene regalata la biografia di San Camillo la sua vita matura: sulle orme del santo di Bucchianico Germana consacra la sua vita ai bisognosi, fonda l’istituto Missionarie degli infermi Cristo Speranza e il centro assistenza malati e fa sì che la sua opera si diffonda in tutto il mondo. Per uno strano caso la sua data di nascita è la stessa del santo degli infermi e la via che entrambi percorrono è lastricata di sorrisi ed aiuto verso gli ultimi, i derelitti, i bisognosi.
Nella vita milanese, in cui si ritrova dopo che la famiglia lascia la Sardegna, la sua vocazione cresce e seppure quella del noviziato non sia la sua strada è proprio in quel periodo che lo Spirito le suggerisce di dare vita ad un movimento di laiche consacrate che assistono i malati, proprio come lo stesso San Camillo avrebbe desiderato tanto vedere realizzato. Germana si rivela allora come una “visionaria” che animata dal fuoco dello Spirito riesce a trasportare il messaggio camilliano fuori dalle mura dell’ospedale per portare sostegno ad ogni luogo in cui la sofferenza è presente.
L’inizio intanto non è semplice, non trova facilmente i consensi nella famiglia camilliana e lei per prima prova sentimenti di dubbio sull’aver fatto bene o meno a proporre questa nuova strada. E’ nel 1948, trascorse ormai due guerre mondiali, che la sua “visione” prende forma ed ufficialità, nascono così le Missionarie degli Infermi “Cristo Speranza”, sottolineando fin da subito il carisma portante del nuovo istituto secolare: la speranza. Ad Acireale la presenza silenziosa delle missionarie è da oltre 50 anni.
«La nostra appartenenza alla Chiesa è stimolo a comunicare fede e speranza al mondo», spiega la stessa Germana, aggiungendo come solo in Cristo possa esserci la speranza di essere abbracciati da un amore unico. In pochi anni le missionarie “conquistano” tutto il mondo, dall’Europa all’America e non c’è continente su cui non abbiano poggiato i piedi le donne di speranza che Germana ha tra le sue inviate.
Sono numerosi i testi che la Serva di Dio ci ha lasciati, testimonianze di fede e spiritualità, parole di incoraggiamento e speranza vera. Nel suo amore per San Camillo avviene la traduzione di molti scritti del santo, che riadatta per essere fruibili a tutti. Fino al giorno in cui incontra Gesù la sua vita è un inno all’amore e alla speranza, un passo che ne segue subito un altro verso la luce della santità che Germana vive in ogni scelta della sua vita.
Quando ci lascia ha 81 anni; è il 4 Ottobre, festa liturgica del Poverello di Assisi, figura molto amata da Germana. La sua vita si svolge allora in un immaginario arco di tempo che dalla memoria di San Camillo arriva alla memoria di San Francesco, in una strada fatta di piccoli ciottoli che sono l’umiltà, la povertà, l’essere nel mondo, l’amore e la disponibilità verso l’altro, proprio come insegnano i due grandi santi che hanno accompagnato il suo cammino.