EMERGENZA INCENDI, LETTERA APERTA DEL PARROCO DI SAN NICOLO’ IN ACI CATENA

Settembre 2023

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DON STEFANO PANEBIANCO: “HO IL DESIDERIO CHE IL NOSTRO PAESE TORNI AD AVERE I SUOI BEI COLORI”

Padre Stefano Panebianco

Lo scorso 25 Luglio 2023 la Sicilia “bruciava”, era in emergenza. Temperature oltre i 40 gradi, venti di scirocco, incendi, blackout lunghi. Anche San Nicolò nella morso del fuoco, del pericolo e dei disagi.
La lettera aperta del parroco don Stefano Panebianco:
“Utilizzando l’immagine di un corpo, la frazione di San Nicolò, con il devastante incendio del 25 luglio u. s., si presenta a noi nuda, arsa, arida e spolpata. Un corpo senza pelle né carne. Un corpo, anzi uno scheletro, che mostra tutte le sue ossa (i muri a secco) e le arterie (le saie) che, nel passato, dal cuore della terra trasportavano l’acqua irrigua negli agrumeti e frutteti circostanti.
E non potrò mai dimenticare gli alberi di ulivo secolari che, trasformatisi in tizzoni ardenti, uno ad uno si sono piegati su se stessi completamente privi di vita.
Uno scenario desolante di un luogo che, fino a poche settimane fa, si presentava ricco di vegetazione spontanea, con la presenza di alberi di bagolaro, olivastro, ailanto, ecc., insieme ai “resti” degli agrumeti e dei frutteti che un tempo venivano coltivati da contadini attenti e capaci di lavorare ogni piccola porzione di terreno.
Ecco questo scenario, più di ogni altra cosa, mi fa pensare alle responsabilità dell’uomo. La crisi dell’agricoltura, l’abbandono delle terre, nell’attesa che si possano cementificare, l’assenza di politiche agricole adatte ai nostri territori e la gestione dei pozzi dell’acqua irrigua.
Abbiamo abbandonato e distrutto un territorio e non basta “tenere pulito” per evitare gli incendi. Il territorio va curato e difeso, nutrito e protetto come un corpo che per vivere non ha bisogno solo di essere lindo.
Nel novembre 2018, l’Unesco ha iscritto nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità “L’Arte tradizionale dei muretti a secco” e la candidatura è stata presentata congiuntamente da otto Paesi: l’Italia con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Un patrimonio, oggi più evidente che mai, abbandonato a se stesso!
I costi delle acque irrigue: dalle nostre parti, nell’ultimo anno i costi già alti, sono più che raddoppiati e – giustamente – coltivare la terra a queste condizioni è impossibile!
Anche perché la parte orientale della nostra Sicilia, da sempre, è una zona molto fertile. Grazie alla presenza del vulcano Etna, il terreno è ricco di nutrienti e minerali e l’agricoltura è praticata da millenni. Per la presenza della “muntagna” i contadini hanno sempre beneficiato dell’acqua dei nevai e delle falde acquifere sotterranee che si ricaricano regolarmente.
L’idea è che l’unica soluzione sia la speculazione edilizia e quindi nuovo cemento per nuovi complessi residenziali. Ci ritroveremo fra palazzi di cemento vuoti e senz’anima. Anzi ci siamo già.
Nell’occasione di un incendio devastante, facilmente si parla solo di piromani, di crisi climatiche, di siccità e della necessità di ripulire i terreni. Sono problemi seri e c’è già chi li affronta in maniera adeguata.
Ho voluto solo aprire un piccola riflessione: in quali condizioni sono i nostri terreni e come ci sentiamo a vivere in questo scenario. Un pensiero va a ciò che ci lasciato in eredità i nostri padri, sulla necessità di luoghi verdeggianti, curati e coltivati dove abitare noi e le nuove generazioni. Siamo in attesa che questo “corpo nudo”, al più presto, possa recuperare i suoi colori, i suoi alberi caratteristici che possano ospitare la nidificazione degli uccelli e lo sviluppo di altra fauna. Non vedo l’ora di poter dire nuovamente “San Nicolò si trova ai piedi di Valverde, ovvero all’interno di una valle…verde”.
Inizio, da oggi, con i ragazzi dell’Oratorio a meditare su tutto questo, nel desiderio di sensibilizzarli al bello e alla custodia del creato. E chissà… magari saranno proprio loro che, fra qualche anno, riusciranno a rendere i giardini di San Nicolò nuovamente verdeggianti e capaci di produrre frutti deliziosi, belli da vedere e buoni da mangiare”.
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6 Settembre 2023
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