MESSA CRISMALE. IL VESCOVO RASPANTI “L’INCULTURAZIONE DELLA FEDE NEL NOSTRO TEMPO”

GIOVEDI' SANTO - 6 aprile 2023 - Messa crismale - Cattedrale di Acireale

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“L’attualizzazione delle Scritture e la rinnovata evangelizzazione nascono dall’incontro personale con il Risorto”

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Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della CESi, ha presieduto nella Basilica Cattedrale di Acireale la Messa crismale del Giovedì Santo, quest’anno il 6 aprile. Il pastore acese, nel corso della celebrazione, ha invitato i sacerdoti della diocesi acese a perseverare nella fedeltà al loro servizio e al rinnovo pubblico delle promesse. Il vescovo, che ha benedetto l’olio degli infermi, l’olio dei catecumeni e il crisma, ha concelebrato con i sacerdoti così da manifestare la comunione dei presbiteri con il proprio vescovo.

Risurrezione, missione e inculturazione, queste le parole chiave dell’omelia del vescovo Raspanti, che nell’odierno contesto secolarizzato vede “ribaltato e polverizzato” l’impianto culturale che la fede cristiana aveva assunto in Occidente: “Anche la nostra Chiesa diocesana ha preso ampiamente coscienza di vivere ormai irreversibilmente in un’epoca nuova, essendosi lasciata alle spalle quella struttura cristiana di società sulla quale la nostra cura pastorale era modellata”.  Non è concepibile, perciò, avere una profonda nostalgia della cristianità perduta pensando di tornare indietro nel tempo perchè “si cadrebbe in una grande illusione svuotando di significato i segni dello Spirito nella storia che svelano l’unica verità, cioè Gesù di Nazareth”.

Nella nostra società, nonostante i mutamenti di scenario, si sono intensificati “la domanda e la ricerca religiosa” che si esprimono nei modi della cultura contemporanea anche se ancora sono accentuate nelle nuove generazioni “la distanza e l’ignoranza degli elementi basilari della fede cristiana” e non sono così rari, inoltre, “i casi di persone non battezzate e  la presenza di fedeli di altre religioni nelle nostre città”. E’ importante però evidenziare che le domande di oggi, profonde e autentiche, possono essere occasione per “far sfociare nell’adesione a Cristo popoli di diverse culture, così come fecero i nostri padri”.

Sul rapporto evangelizzazione e inculturazione il vescovo ha invitato, quindi, ad aprire una riflessione costruttiva. Per comprendere nella loro profondità i termini di questo discorso occorre anzitutto meditare sulla struttura delle narrazioni evangeliche del Risorto. Egli di sua iniziativa appare agli apostoli e ai primi cristiani, facendosi riconoscere attraverso gesti e parole: “La presenza del Signore è un dono gratuito, sorprendente e sempre nuovo. L’incontro personale con Gesù Risorto ci aiuta a riconoscerlo, a ritrovare la grammatica della nostra fede e ad articolare la sintassi dell’azione evangelizzatrice: questa è la nuova inculturazione della fede. I discepoli, infatti, dialogando con Gesù, compresero chiaramente il senso del messianismo del Crocifisso annunciato nelle Scritture”.

Questa “nuova intelligenza di Gesù e del nostro tempo” è ricevuta e assimilata nello Spirito Santo, non nella ripetizione meccanica e stanca dei rituali e delle pratiche. I discepoli hanno dovuto superare pure la conoscenza storico carnale di Gesù per entrare in quella nuova dello Spirito: “La fede non è una generale credenza di quel che ci è stato trasmesso e che tentiamo di consegnare in una serie di pratiche preordinate e ripetute; è piuttosto la capacità di comprendere in questo tempo il messaggio delle Scritture. Ciò può accadere solo nella ricerca e nella frequentazione personale con Gesù Risorto”.

La missione apostolica consiste nell’attraversare la Pasqua di Gesù, accogliendo la vita trinitaria e la sua efficacia: “Nelle apparizioni Gesù affida agli Apostoli e alla Chiesa la missione di immergere ogni creatura nella Trinità. Gesù ha vissuto nella sua unione ipostatica la figliolanza in una umanità e adesso la vive in ogni creatura”. La missione, cioè il fine della creazione, “è rivelare ad ogni uomo Cristo e riconsegnarlo al Padre. In questo modo troveremo la sapienza che ci farà scegliere gli strumenti più adatti all’oggi per trasmettere la fede. La Vergine Maria è icona della missione”.

Il vescovo ha concluso augurando a tutti, presbiteri, diaconi e fedeli, di passare sempre più pienamente con Cristo l’imminente Pasqua, per essere immersi nella fontana ardente dell’amore e divenire acqua, luce e vita per il mondo.  Al termine della celebrazione anche gli auguri di mons. Agostino Russo, vicario generale, che ha invitato la Chiesa diocesana ed i confratelli presbiteri ad essere attenti alle sfide del mondo attuale, ad essere saldamente ancorata nella viva tradizione e a vivere l’esperienza del cammino sinodale in presenza dello Spirito.

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Sono state ricordate alcune ricorrenze significative:

  • 60 anni di sacerdozio

p. Filippo Martissa, canossiano (1963 – 4 giugno – 2023),
don Mario De Maio (1963 – 28 luglio – 2023),
mons. Alfio Scuto (1963 – 11 agosto – 2023).

  • 50 anni di sacerdozio

don Andrea Cutuli (1973 – 7 ottobre – 2023).

  • Hanno concelebrano per la prima volta i sacerdoti:

don Antonio Agostini – ordinato presbitero il 26 ottobre 2022
don Rosario Pittera – 26 ottobre 2022
don Cosimo Gangemi – 04 novembre 2022;

  • e i diaconi:

Nicola Occhino (30 giugno 2022) e Salvatore Parisi (30 giugno 2022).

  • Sono passati nella pienezza di vita:

don Rosario Guarrera (10 settembre 2022)
don Orazio Triolo (24 ottobre 2022).

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6 Aprile 2023
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