UN UNICO CORO DI VOCI PER VIVERE IL VANGELO DOPO L’EMERGENZA COVID
Articolo di Giuseppina Maria Gliozzo, San Nicolò – Aci Catena
Era la sera del 17 Aprile, la sera di Pasqua e noi ragazzi dell’Oratorio di San Filippo Neri di San Nicolò (Aci Catena) ci siamo ritrovati, insieme ai ragazzi della diocesi, allo slargo dello stadio comunale Aci e Galatea di Acireale, pronti per raggiungere Roma. Pioveva! Eravamo tutti sotto la tettoia di un chiosco per non bagnarci, stretti gli uni con gli altri e con gli zaini sulle spalle. Attendevamo con impazienza l’arrivo dell’autobus per partire: il Papa ci aspettava, insieme ad altri 80 mila adolescenti di tutta Italia!
Il pontefice ha indetto una giornata solo per noi ragazzi, dal tema #Seguimi, perché siamo stati tra coloro che hanno sofferto di più per via delle restrizioni vissute per la pandemia da covid-19. Siamo stati confinati a casa, privandoci delle relazioni con i nostri coetanei; il Papa ci ha dunque offerto un’occasione per “respirare” un po’ di normalità alla luce del Vangelo. Quando è arrivato il bus, dopo avere salutato i nostri parenti e amici, siamo saliti in fretta, quasi correndo, prendendo il nostro posto. I nostri cuori erano pervasi da speranza e curiosità ed eravamo carichi di entusiasmo, anche perchè volevamo affrontare al meglio questa nuova esperienza. Nel pullman con noi si trovavano anche ragazzi provenienti da Nunziata, Mascali e Pasteria, con i quali noi dell’Oratorio abbiamo stretto amicizia: sembrava che ci conoscessimo da sempre!
Arrivati sul traghetto ci siamo uniti ad altri ragazzi provenienti da diverse diocesi della Sicilia: giovanissimi come noi che hanno accolto l’invito del Santo Padre. Una volta attraversato lo Stretto siamo risaliti sul pullman ed era l’ora di “dormire”. Il bus che viaggia di notte si può paragonare ad un “teletrasporto” che ci conduce verso una realtà altra rispetto alla nostra vita “abitudinaria”.
La mattina del lunedì (18 aprile) siamo arrivati a Roma: era giunto il momento di cominciare la nostra fantastica avventura. Abbiamo, quindi, iniziato a visitare questa città maestosa, affascinante e ricca di storia. Per molti di noi era la prima volta che ci trovavamo nella città eterna. Nel giro di pochi minuti siamo rimasti estasiati nel vedere anche il fiume Tevere. Poi abbiamo visitato diverse chiese: la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, il Pantheon e la Chiesa Santa Maria in Vallicella, nella quale si trova custodito il corpo di San Filippo Neri. Sui gradini della stessa chiesa, guidati dal Vicario generale della nostra diocesi, mons. Giovanni Mammino, ci siamo fermati per un momento di catechesi. Abbiamo visitato, inoltre, diversi monumenti, tra i quali alcuni obelischi, la Fontana dei Quattro Fiumi (piazza Navona) e la Fontana di Trevi.
Ovviamente non abbiamo avuto il tempo di visitare la città nella sua interezza, ma abbiamo ugualmente notato quanto Roma sia ricca di opere architettoniche. Dopo pranzo ci siamo diretti in Piazza San Pietro per incontrare il Papa, dove era presente anche il nostro vescovo mons. Antonino Raspanti.
Gli organizzatori dell’evento erano contenti nel vedere la piazza “palpitare” di così tanti giovani dopo il “digiuno” causato dalla pandemia. Purtroppo non siamo riusciti ad entrare in Piazza San Pietro, ma, grazie alla perseveranza di Padre Stefano Panebianco, siamo riusciti a vedere ugualmente Papa Francesco e ad ascoltare le sue parole. A partire dal brano del Vangelo (Gv 21, 1-19) il Papa ha invitato ad avere lo stesso “fiuto” di Giovanni per conoscere la verità del Cristo e vivere il coraggio di Pietro. Ha anche consigliato di confessare le nostre paure ai nostri amici e genitori per avere qualcuno che ci aiuti a superarle, in modo tale da riuscire a vedere la luce. Ha aggiunto di non aver timore ad affrontare le difficoltà dell’esistenza, bisogna avere paura solo della morte dell’anima. La vita, infatti, ci metterà spesso davanti a tanti problemi, tra questi anche la solitudine, ma Gesù ci ha invitati ad avere fiducia in Dio Padre. Il Signore, infatti, aspetta i suoi discepoli, li consola e li aiuta. Sono state commoventi le testimonianze di alcuni giovani che grazie alla fede e al sostegno delle persone vicine sono riusciti a superare “momenti di buio”, come alcune malattie o la morte di familiari.
L’incontro si è concluso con un canto e le “voci” di noi presenti si sono elevate a Dio in un unico coro. Successivamente siamo andati in un camping, dove abbiamo cenato e passato la notte. Abbiamo così recuperato le nostre “energie” ed affrontato al meglio la giornata seguente. Il martedì (19 aprile), infatti, ci siamo recati al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei per partecipare alla Santa Messa presieduta da mons. Mammino. Noi ragazzi dell’Oratorio abbiamo animato la celabrazione con gli strumenti musicali ed il canto! Al termine della Messa ci siamo messi a cantare e suonare nella piazza antistante il Santuario ed un ragazzo, del quale non conoscevamo il nome, ha preso la sua chitarra e si è unito a noi. Ci siamo ritrovati con lui nell’unica fede in Dio e nella passione per la musica.
Dopo aver pranzato a Polla ha ripreso il nostro viaggio verso casa che ci ha “teletrasportati” nella vita quotidiana. Indubbiamente sono sorte alcune difficoltà durante il pellegrinaggio e siamo riusciti ad affrontarle rimanendo sempre uniti ed aiutandoci l’uno con l’altro: non volevamo affatto che qualcosa potesse rovinare questa memorabile esperienza!
Oggi, passato qualche giorno, ripenso a questi due giorni con stupore e gratitudine per tutto ciò che abbiamo vissuto e condiviso.
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