Messaggio di don Orazio Barbarino
A nome vostro e a nome mio personale, ringrazio il nostro vescovo Antonino per il dono della sua presenza stasera qui a Linguaglossa e, ancor di più, per l’opportunità che ci viene data di confrontarci con una proposta alta e seria. Permettetemi che sia io a presentare il volumetto come un fannullone redento, o, meglio come uno che da sempre ha rifuggito l’incultura, l’ignoranza … ma non sa se vi è riuscito del tutto, perché la corrente della mediocrità è forte e risucchia un po’ tutti.
Chi più chi meno, dunque, facciamo parte del Club dei fannulloni! Abitiamo una terra ricca di bellezze e al fine di conservarla e migliorarla ci richiede solo buona volontà e impegno costante, sostenuti da uno scatto di moralità e da una risorsa fatta di progettualità.
Il nostro vescovo in una intervista rilasciata in occasione del Convegno Mediterraneo Frontiera di Pace, tenutosi a Firenze pochi giorni fa, ha affermato, con grande amarezza nel cuore, che la vera povertà del sud discende dalla mancanza di una classe dirigente competente.
Ma mi permetto di dire che quella povertà e incompetenza è stata concessa e sostenuta dalle nostre coscienze dormienti, di buona gente sì, ma incapaci o addirittura non interessati a capire gli eventi e a governarli.
Eccellenza ho voluto presentare questa 17^ edizione della “Quaresima per i fannulloni …. alla scuola dei santi”, perché io per primo, voglio tenere in mano il libro, ma dal verso giusto, non come il signore rappresentato in copertina emblema dei fannulloni.
In copertina, infatti, è rappresentato un signore che prova a leggere il libro dei salmi e non capisce nulla … non rendendosi conto che il libro è semplicemente capovolto!
Questa vignetta traduce molto bene il titolo originale francese. Il termine …. Cancres …. (Careme pour le cancres) può essere tradotto in molti modi come espressione idiomatica … da … Perditempo …. a …. Asino… a persona che non si impegna né per sé, né per gli altri ed è sempre disattento o …. disimpegnato … tutto il contrario del “I CARE” di Don Milani.
Riprendo quanto detto da don Milani alla sua mamma nel dicembre del 1954 “la grandezza di una vita non si misura dal luogo in cui si è svolta, ma da tutt’altre cose.”, così un libro non si misura dal numero di pagine, siano esse molte o poche, ma dai suoi contenuti, proprio come il volumetto che stasera vi stiamo presentando, poche le pagine ma le parole che lo compongono ci fanno una proposta affascinate e interessante.
È un grande libro, proprio perché parla in termini di grandezza, di meraviglia, ci dice che apparteniamo ad un popolo grande e glorioso, perché proprio i santi che sono i nostri maestri, soltanto loro, ci possono parlare della bellezza della vita cristiana.
Il Cristianesimo, in tempo di persecuzione, ci ricorderebbe, Ignazio di Antiochia, non è una questione di persuasione umana, è una questione di grandezza divina! (Lettera ai romani, 3).
Nella vignetta, ancora, è rappresentata una stanza dove ci sono soltanto delle sedie libere. Cosa significa? Carissimi, è un invito!
Se vogliamo, possiamo decidere di far parte di una grande famiglia, prendendo posto accanto ai santi, ai migliori. David Maria Turoldo, presentando il libro di Neera Fallaci, su don Milani, “dalla parte dell’ultimo”, ebbe a scrivere: “Che vergogna! Essere stati contemporanei di papa Giovanni, di don Mazzolari, di don Milani; anzi, essere stati loro amici e commensali, e non aver imparato. E non esserci convertiti. Ed essere quelli di sempre. Peggio di sempre!”
Ci siano da monito e da sprone questi meravigliosi versi del grande poeta T. S. Eliot, tratti dai Cori de la Rocca:
Il Verbo del Signore mi giunse, dicendo:
O città miserabili d’uomini intriganti,
O sciagurata generazione d’uomini colti,
Traditi nei dedali del vostro stesso ingegno,
Venduti dai profitti delle vostre invenzioni,
Vi ho dato mani che distogliete dall’adorazione,
Vi ho dato la parola, e voi l’usate in infinite chiacchiere,
Vi ho dato la mia legge, e voi fate contratti,
Vi ho dato labbra, per esprimere sentimenti amichevoli,
Vi ho dato cuori, e voi li usate per sospettarvi,
Vi ho dato il libero arbitrio, e voi non fate altro che alternarvi
Fra la speculazione futile e l’azione sconsiderata,
Molti sono impegnati a scrivere libri e a stamparli,
Molti desiderano vedere il loro nome a stampa,
Molti leggono solo i risultati delle corse,
Leggete molto, ma non il Verbo di Dio,
Costruite molto, ma non la Casa di Dio,
Mi costruirete una casa di gesso col tetto ondulato,
Per riempirla con i rifiuti dei giornali della domenica?
Prima e definitiva questione:
Rimettere Dio al centro della nostra vita
Ai primi di marzo, i ricci e le marmotte escono dal letargo e in questa primavera del 2022, i cristiani escono da due anni di letargo: isolamento, scandali, chiese deserte, pedofilia e adesso, una guerra fratricida. Cosa faremo? Partiamo anche noi? Sbattendo la porta o in punta di piedi?
No al pensiero unico, no alla morte di Dio, no alla fine della Chiesa e alla sparizione dei cristiani.
Meglio del pentimento c’è la conversione. La Quaresima serve proprio per ritrovare il nostro Battesimo. Alla scuola dei SANTI.
Rimettere Dio al centro della nostra vita! Perché l’abbiamo fatto uscire, con i nostri compromessi e con la nostra tiepidezza.
Che fare in questa quaresima?
Molto semplicemente: leggere attentamente i testi proposti, rileggerli, ascoltare quello che hanno da dirci, dare loro un tempo maggiore e lasciare che prendano forma in noi.
È tutto! Ebbene, si, è tutto, così come basta strofinare un fiammifero per accendere una fiamma che può fare scoppiare un incendio.
Un’ultima annotazione, molto importante.
All’inizio di tutto, anche di questo libretto ci sono delle persone che con la loro sensibilità, hanno dato origine ad una Associazione, con lo scopo di condividere con altri, quelle stesse cose che essi hanno scoperto: ossia – l’esigenza di curare la vita interiore secondo lo spirito di Cristo.
“Attraverso l’ascolto della parola di Dio, tanto nel silenzio della preghiera quanto nello studio della Tradizione Cristiana, in un desiderio di proposta rivolta ad ogni uomo.”
Sinteticamente si può dire che lo scopo principale di questa associazione di cristiani laici, consacrati e gente di buona volontà, è questa doppia priorità: Ascolto della parola e Apostolato della vita interiore.
Questa priorità ha generato una RETE di amici che ne condividono lo spirito.
L’Associazione, denominata, Beata Vergine Maria del monte Carmelo viene istituita il 7 settembre 2003 a Erice, con l’approvazione del vescovo di Trapani, Mons. Francesco Miccichè, dopo che, alcuni anni prima, Mons. Antonino Raspanti, aveva fatto nascere nel cuore di un gruppo di persone l’esigenza di curare la vita interiore.
Detta associazione è legata da tempo, per affinità spirituale ad un’altra associazione francese: Association Saint Jean-de-la Croix con sede a Mers-sur-Indre, nella diocesi di Bourges, il cui moderatore è p. Max Huot de Longchamp, il quale ha curato l’edizione francese del presente volume.
In fin dei conti, aver presentato questo libricino, ha anche il significato di dire ai presenti, che prendere in mano questo libro: Quaresima per fannulloni, senza condividerne le origini, ossia le motivazioni inspiratorie, è ripetere l’errore di quel tizio della vignetta, che non capisce nulla, che è un fannullone, perché leggerà il libro, se ne avrà voglia, ma la semplice lettura non porterà ai frutti sperati se non modificherà la propria vita.
Ci si augura che questa sera nasca una sensibilità diversa e che quante più persone possibili diano inizio nella nostra Linguaglossa ad una rete di amatori dell’ascolto della parola e dell’Apostolato della vita spirituale.
Don Orazio Barbarino, Arciprete di Linguaglossa