Un albero per ricordare i bambini che, come piccoli mandorli, continuano a vivere nel cuore dei loro genitori
Articolo di Giuseppina Maria Gliozzo
L’Oratorio di San Filippo Neri di San Nicolò (Aci Catena) domenica 19 dicembre 2021 ha vissuto una giornata all’insegna della memoria. Dopo la celebrazione della Santa Messa delle ore 10.30, i bambini, i ragazzi dell’Oratorio, gli animatori e padre Stefano Panebianco hanno piantato alberi di mandorlo e melograno, dando così origine al Giardino della Vita, dedicando ogni pianta ad un bambino mai nato o deceduto appena venuto al mondo. I presenti hanno dato il proprio contributo alla piantumazione degli alberi.
Il mandorlo è il primo albero a fiorire e l’ultimo a dare frutto. I suoi boccioli si aprono già da Gennaio; sono quindi simbolo di rinascita e resurrezione dopo il freddo gelido dell’inverno. Il melograno, invece, è simbolo di abbondanza; i chicchi che si trovano dentro al frutto rappresentano ricchezza, prosperità e fertilità. .
I bambini mai nati o “volati in cielo” alla nascita hanno segnato l’esistenza dei genitori, che si sono ritrovati a provare inizialmente un amore grande, bello e puro, successivamente il dolore per aver perso il figlio. Diverse e toccanti sono state le testimonianze di alcuni genitori coinvolti in prima persona in questa dolorosa esperienza; essi hanno condiviso con la comunità emozioni intense. Questi genitori sono consolati dalla consapevolezza che i loro figli vivono in Dio e intercedono per loro.
Il Giardino della vita, con un momento di preghiera, è stato inaugurato apponendo una targa che ne identifica il luogo: “A tutti quei bambini che, come piccoli mandorli, continuano a vivere nel cuore dei loro genitori”.
“Questo giardino – dichiara don Stefano – serve a ricordare l’importanza della vita e sostiene le famiglie ad affrontare spiritualmente il dolore della perdita di un figlio. Dobbiamo coltivare questi alberelli perchè piantarli è stato facile, ma prendersene cura non lo è altrettanto. Le famiglie non devono essere lasciate sole e la loro sofferenza ci fa comprendere, che la vita sin dal suo nascere, è un dono di Dio che va sempre custodito”.