Articolo di Graziano Massimino
Da quasi due secoli e mezzo nella basilica Cattedrale di Acireale è custodito il corpo di San Clemente, uno dei martiri dei primi secoli le cui ossa provengono dalle catacombe cristiane di Pretestato.
Della sua vita non sappiamo nulla, come tanti altri martiri spesso uccisi in gruppo e dei quali tante volte non si sa neanche il nome; tante sono le memorie di santi con compagni martiri, di questi mai citato il nome.
Il nome Clemente si deve al ringraziamento che la delegazione acese ebbe nei confronti del Papa Clemente XIV che autorizzò di prendere il corpo di un martire cristiano dei primi secoli. Le ossa furono riconosciute ed approvate dalla “S. Congregazione delle indulgenze e delle reliquie” poi consegnate sigillate e autenticate all’allora Chiesa Madre il 14 maggio 1778 dove sono custodite tutt’ora in quella che era la cappella del Crocifisso oggi divenuta cappella dell’Annunziata, titolare della Basilica Cattedrale. Per convenzione si celebra il 23 novembre, memoria di San Clemente papa, data l’omonimia.
A differenza delle feste alle quali siamo abituati con pompe esterne e grandi celebrazioni, questa festa si svolge in maniera liturgica con una celebrazione eucaristica, quasi riportando a quelle prime funzioni alle quali i primi cristiani assistevano. Fino ai primi anni del 2000, in questa data, venivano accesi molti lumini e alcune volte donati ex voto nella cappella. Qui è presente l’urna che contiene le reliquie e, come testimoniano le foto storiche, una volta era piena.
Nonostante non abbiamo fonti storiche che ci parlano del santo martire, possiamo apprendere tanti insegnamenti: anzitutto il fatto che la Santità è per tutti, persone come noi che hanno vissuto gioie, tristezze, sollievi e dolori, come tutti gli uomini, ma che hanno saputo dedicare il loro Cuore non al Corpo e al Mondo, ma a Dio. Ci insegna anche ad essere Cristiani autentici, lasciando una lieve impronta nel mondo ma soprattutto il nostro nome scritto nel Cuore di Dio. Vivere una fede semplice, dove la nostra destra non sappia cosa fa la nostra sinistra, come ci ricorda Gesù nel Vangelo. Non dobbiamo cercare grandi aspirazioni e grandi conoscenze, ma amare col Cuore e vivere la fede in maniera semplice autentica, perché Dio si rivela ai piccoli, agli umili e ai semplici. E quando apprenderemo ciò dai santi, spesso della porta accanto, allora sì che potremmo definirci veramente Cristiani.