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DOMENICA 27 SETTEMBRE, 106° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
Come Gesù Cristo, costretti a fuggire
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni
Papa Francesco ha dedicato il suo messaggio (clicca qui) al dramma degli sfollati interni, che la crisi mondiale causata dalla pandemia COVID-19 ha esasperato.
Il Santo Padre ci ricorda che le persone sfollate ci offrono questa opportunità di incontro con il Signore, «anche se i nostri occhi fanno fatica a riconoscerlo: coi vestiti rotti, con i piedi sporchi, col volto deformato, il corpo piegato, incapace di parlare la nostra lingua (Omelia, 15 febbraio 2019).
Nel discorso il papa riprende i quattro verbi con cui aveva coniugato la pastorale migratoria, articolandoli in nuove azioni concrete di sei coppie di verbi: conoscere per comprendere, farsi prossimo per servire, ascoltare per riconciliarsi, condividere per crescere, coinvolgere per promuovere, collaborare per costruire.
È interessante notare che si tratta ancora di verbi e di azioni concrete. Davanti al dramma che ci sta di fronte non possiamo limitarci a qualche brillante analisi o pia considerazione ma siamo chiamati ad agire. Anzitutto papa Francesco ci ricorda la necessità di conoscere per comprendere. Non si può comprendere né amare ciò che non si conosce.
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Il senso di questa giornata è vedere nel migrante la presenza di Cristo e, quindi, siamo chiamati ad agire di conseguenza. Tra le iniziative di questo anno pastorale segnaliamo l’incontro tra il vescovo mons. Antonino Raspanti e la comunità Cingalese di Acireale che avverrà domenica 27 Settembre alle ore 12.00 nel palazzo vescovile.
Materiale e consigli per preparare questa giornata si possono trovare e scaricare dal sito della Fondazione Migrantes: www.migrantes.it.
Le nostre comunità parrocchiali possano tradurre in azioni concrete i suggerimenti dello Spirito per sentirci un giorno dire dal Signore: Venite, benedetti del Padre mio… ero forestiero e mi avete ospitato! (Mt25, 31-46).
Clicca qui e scarica la lettera del direttore don Lucio Cannavò