il direttore, don Arturo Grasso
Il progetto dell’Ecomuseo del Cielo e della Terra della diocesi di Acireale, tra gli 11 ecomusei riconosciuti nella Regione Sicilia, è stato ideato e fortemente voluto dal vescovo mons. Antonino Raspanti, coadiuvato da don Roberto Fucile, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale del Turismo, Pellegrinaggi e Sport, dalla dott.ssa Marta Ferrantelli, esperto europrogettista, e dalla Fondazione Città del Fanciullo.
L’Ecomuseo del Cielo e della Terra è stato strutturato come elemento aggregante del territorio in un quadro di sviluppo del modello innovativo di potenziamento delle opportunità territoriali, affinché si senta la presenza viva della Chiesa sul territorio e si colleghi al percorso strategico di sviluppo territoriale, già avviato con il progetto del Parco Culturale Ecclesiale Terre d’Etna e valle dell’Alcantara da mons. Antonino Raspanti.
“La Diocesi di Acireale – dichiara il vescovo – si occupa della promozione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale diocesano, attraverso le iniziative collegate al Parco culturale ecclesiale, agli Itinerari turistici-religiosi ed al Museo diocesano. La nascita ed il riconoscimento dell’Ecomuseo del Cielo e della Terra – continua – rappresentano la volontà di creare una proficua sinergia tra enti diversi, al fine di tutelare e recuperare, all’interno del segmento territoriale individuato, l’autentica identità dei luoghi e del loro patrimonio storico-artistico, nonché il recupero delle testimonianze del passato ed in esse il culto dei santi e delle feste patronali, vero e proprio cardine per la diffusione di saperi e tradizioni locali. Diventa strategico – conclude – aprire canali di collaborazione con gli enti pubblici e privati, con l’imprenditoria e con la scuola/università e altri attori del territorio”.
L’Ecomuseo, perciò – attesta don R.Fucile – “mira al rafforzamento dell’identità territoriale attraverso la tutela degli itinerari di fede, del patrimonio, dei beni paesistici dell’Alcantara, nonché della consapevolezza dell’esistenza di profonde radici comuni insite nel culto dei santi”.
Anche il governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, con soddisfazione promuove questo progetto: “Finalmente la Sicilia ha i primi ecomusei che arricchiranno l’offerta culturale della Regione, rafforzando la rete dei nostri attrattori turistici e coinvolgendo i territori e le comunità locali. Considero, questo, un passaggio innovativo e importante nella gestione dei beni culturali dell’Isola, per la cui realizzazione abbiamo dovuto superare un immobilismo che perdurava da anni. Prendo impegno che al decreto di riconoscimento farò seguire, in tempi brevi, un provvedimento con il quale assicurerò le prime risorse finanziarie agli 11 ecomusei e misure di accompagnamento alle altre sei strutture museali del territorio che non hanno ancora raggiunto i requisiti minimi previsti dalla legge”.
Gli Ecomusei che hanno ottenuto l’approvazione sono: “Mare memoria viva” a Palermo e “Madonie” a Castellana Sicula, nel Palermitano; “Grotta del Drago” a Scordia, “Cielo e Terra” ad Acireale, “Riviera dei Ciclopi” ad Acicastello, “Valle del Loddiero” a Militello Val di Catania, in provincia di Catania; “I luoghi del lavoro contadino” a Buscemi-Palazzolo Acreide e “Iblei” a Canicattini Bagni, nel Siracusano; “Cinque Sensi” a Sciacca e “I sentieri della memoria” a Campobello di Licata, in provincia di Agrigento; “Rocca di Cerere Geopark” a Enna.