Mercoledì 11 settembre 2019, secondo giorno di convegno catechistico diocesano sul tema “La comunità grembo che genera alla fede“, alla presenza del vicario generale della diocesi mons. Giovanni Mammino e del direttore don Carmelo Sciuto, è intervenuto il relatore don Michele Roselli, direttore dell’ufficio catechistico regionale del Piemonte e Valle d’Aosta e dell’Ufficio Catechistico di Torino, relazionando sulla capacità che i catechisti hanno oggi di creare sinergia con la comunità.
I Catechisti, chiamati ad essere docili nell’affrontare i cambiamenti su se stessi, siano consapevoli di far parte di una comunità generativa. L’esempio della rete è emblematico: ha tanti nodi che creano un’unica rete, segno dell’essere comunità. I catechisti non siano soli ma tessano relazioni; siano missionari ospitali, nello stesso tempo ospitati e non abbiano paura del diverso. I catechisti facciano percepire di essere casa accogliente e amorevole, che sta sulla soglia pronta ad uscire e a guardare oltre. Siano non perfetti ma fieri di mostrare le proprie fragilità perchè il Signore li arricchisce con “fili d’oro”.
La Tecnica dello Kintsugi ne è una dimostrazione:
“Un vaso di ceramica rompendosi prende nuova vita mettendo insieme le linee di frattura e così tale oggetto diventa ancora più pregiato, grazie alle sue cicatrici”. I catechisti siano quindi capaci di abbracciare le ferite senza vergogna, per essere unici e splendenti agli occhi dei propri ragazzi.
I catechisti non adottino una strategia ma siano uomini di preghiera con la grazia dello Spirito Santo, legame che crea il Noi Comunità, così come è accaduto il giorno di Pentecoste.
Gisella Di Giovanni,
Catechista Santa Maria della Consolazione, Acicatena