Venerdì Santo, si adempiono le Scritture. Il momento della morte in croce di Cristo, pone sempre delle profonde e necessarie riflessioni.
Ne abbiamo parlato con S.E. monsignor Antonino Raspanti, Vescovo della diocesi di Acireale e Vice presidente della CEI:
“La morte di Gesù, con il velo del tempo che si squarcia, il creato che si sconvolge segna la rottura con il principe di questo mondo che apparentemente trionfa, ma che in realtà viene destituito. Lo stesso papa Francesco ci ricorda di andare incontro al mondo, alle persone, ma nel contempo, ricorda anche di non assorbire lo spirito del mondo che è spirito di potere, di contesa, di violenza, di corruzione, di prevaricazione, di possessività squilibrata. La Croce di Cristo implica una cesura, e, non sempre noi cristiani riusciamo a testimoniarla, come, invece, hanno fatto i grandi martiri perché a un certo punto nella loro vita hanno capito che non vi era possibilità di compromesso dinnanzi alla verità, alla giustizia, al primato della fede in Gesù Cristo. E, noi dobbiamo testimoniare la morte di Gesù avendo sempre lucidità, discernimento, coraggio di capire che viviamo in questo mondo ma non apparteniamo al suo spirito, alla sua logica e con essa vi è incompatibilità.”
Rita Caramma
Addetto Stampa Diocesi